Armando Curcio Editore

Ascanio Condivi e Giorgio Vasari – Scheda 1

Capitolo 1 – C’era una volta Michelangelo

Ascanio Condivi e Giorgio Vasari sono i due biografi che ci accompagnano nel viaggio esplorativo nella conoscenza di Michelangelo Buonarroti. Vale allora la pena di conoscerli un po’ meglio.

Il signore barbuto che vedete nella foto qui di seguito è Giorgio Vasari; per Ascanio Condivi purtroppo non abbiamo invece menzione di ritratti.

Rif. Immagine 01A

Jacopo Zucchi (attribuito)

Ritratto di Giorgio Vasari

Firenze, Galleria degli Uffizi

Giorgio e Ascanio hanno in comune, oltre all’aver scritto una biografia su Michelangelo, il fatto di essere artisti. A differenza di Vasari, per il quale conosciamo la gran parte della sua produzione, di Condivi conosciamo solamente pochissime opere; una di queste è l’Epifania che esegue utilizzando un cartone di Michelangelo, che evidentemente il Buonarroti gli regala in quanto biografo ma soprattutto amico.

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Ascanio Condivi , Epifania - Firenze, Casa Buonarroti

Rif. Immagine 01C

Michelangelo Buonarroti, Epifania (cartone) - Londra, British Museum

Per Vasari il discorso è più semplice: i suoi dipinti sono esposti in molti musei. Nella foto seguente vi propongo il ritratto di Lorenzo il Magnifico, un personaggio che avrà un’importanza fondamentale per Michelangelo.

Rif. Immagine 01D

Giorgio Vasari

Ritratto di Lorenzo il Magnifico

Firenze, Galleria degli Uffizi

 

Ascanio Condivi e Giorgio Vasari sono però noti, probabilmente più che come artisti (sicuramente è il caso di Condivi), per le biografie di Michelangelo, alle cui citazioni peraltro facciamo molto spesso riferimento nel libro.

Quale omaggio a tali importanti biografie, nelle foto a seguire riporto i frontespizi in ordine di data di pubblicazione.

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Giorgio Vasari, Le Vite dei più eccellentissimi architetti, pittori et scultori italiani, da Cimabue a’ tempi nostri (1550)

Rif. Immagine 01F

Ascanio Condivi, Vita di Michelagnolo Buonarroti (1553)

Rif. Immagine 01G

Giorgio Vasari, Le Vite dei più eccellentissimi pittori e scultori et architettori (Giunti 1568)

Come mai di Vasari ci sono due immagini? La spiegazione è riportata al capitolo 2 del libro, anche se già leggendo con attenzione l’intero testo del frontespizio la risposta è presto data. Si tratta di due pubblicazioni, la prima del 1550 e la seconda, ampliata e revisionata, del 1568, dove peraltro il Vasari riporta anche i ritratti degli artisti.

Vediamo allora i ritratti di Michelangelo contenuti nel libro del Condivi e in quello del Vasari (quello del 1568, si intende).

Rif. Immagine 01H

Ascanio Condivi Vita di Michelagnolo Buonarroti (1553)

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Giorgio Vasari Le Vite dei più eccellentissimi pittori e scultori et architettori (Giunti 1568)

Sfogliando i tre libri, è interessante leggere le motivazioni che hanno spinto gli autori a scriverli. Partendo dal primo, ossia dall’edizione delle Vite del Vasari del 1550, nel proemio (una sorta di premessa) l’autore scrive:

«Considerando e conoscendo […] che i nomi di moltissimi vecchi e moderni architetti, scultori e pittori insieme con infinite bellissime opere loro in diverse parti d’Italia si vanno dimenticando e consumando a poco a poco […] per difenderli il più che io posso da questa seconda morte e mantenergli più lungamente che sia possibile nelle memorie de’ vivi, […] ho giudicato conveniente, anzi debito mio, farne quella memoria».

 

Conservare la memoria dei grandi artisti: è questo l’intento del Vasari. Ed è proprio grazie alle Vite che oggi noi possiamo attingere alle informazioni sui grandi maestri dell’arte italiana, a partire da Cimabue e fino alla metà esatta del 1500 (il rendiconto delle Vite si ferma al 1550).

Dopo appena tre anni, nel 1553 Ascanio Condivi pubblica la propria biografia di Michelangelo. A differenza del Vasari, che dedica una vita ad ogni artista, il Condivi scrive solo del Buonarroti. Queste sono le parole per il lettore nelle quali egli spiega i motivi che l’hanno indotto a scrivere il libro:

«Il Signor Iddio […] mi fece degno […] de l’amore, de la conversatione, et de la stretta dimestichezza di Michelagnolo Buonarroti pittore, et scultore unico. Io conoscente di tanta gratia, et amator de la professione, et de la bontà sua, mi diedi con ogni attentione, et ogni studio ad osservare, et mettere insieme, non solamente i precetti ch’egli mi dava de l’arte, ma i detti, l’attioni, e i costumi suoi. con tutto quello che mi paresse degno, o di maraviglia o d’imitatione, o di laude, in tutta la sua vita. con animo anchora di scriverne à qualche tempo. cosi per render qualche gratitudine à lui de gli infiniti obblighi, ch’io li tengo, come per giovar anchor agli altri con gli avertimenti, et con l’essempio d’ un’huomo tale. […] Mi truovo dunque haver fatte due conserve de le cose sue. Una appertenente à l’arte, l’altra à la vita».

 

Riguardo, infine, alle Vite del 1568, i motivi che hanno indotto il Vasari a riprendere in mano la penna sono riportati dall’autore in una bellissima dedica fatta agli artisti, in apertura del libro: 

«Udendo io ogni giorno le richieste di molti amici, e conoscendo non meno i taciti desiderii di molti altri, mi sono di nuovo (ancor che nel mezzo d’importantissime imprese) rimesso alla medesima fatica; con disegno non solo d’aggiugnere questi che, essendo da quel tempo in qua passati a miglior vita, mi dànno occasione di scrivere largamente la vita loro; ma di sopplire ancora quel che in quella prima opera fussi mancato di perfezzione, avendo avuto spazio poi d’intendere molte cose meglio, e rivederne molte altre, non solo con il favore di questi illustrissimi miei signori, […] ma con la comodità ancora che m’hanno data di ricercar di nuovo tutta l’Italia, e vedere et intendere molte cose, che prima non m’erano venute a notizia. Onde non tanto ho potuto correggere, quanto accrescere ancora tante cose, che molte vite si possono dire essere quasi rifatte di nuovo: come alcuna veramente delli antichi pure, che non ci era, si è di nuovo aggiunta».

 

Grazie, Giorgio! Grazie, Ascanio!