Armando Curcio Editore

Elbrus, romanzo fantascientifico scritto a quattro mani

Elbrus, romanzo fantascientifico: attuale e avvincente, scritto a quattro mani.

Elbrus, romanzo di fantascienza di Giuseppe di Clemente e Marco Capocasa pubblicato da Armando Curcio Editore, un avvincente racconto al limite fra quello che è stato e quello che potrebbe essere il futuro della Terra

Una storia, quella di Elbrus, sull’esplorazione spaziale e di come questa abbia fallito nel suo obiettivo fondamentale: la fondazione di colonie autosufficienti dove l’Uomo del futuro potesse emanciparsi. Gli ostacoli non sono quelli dovuti alle tecnologie disponibili, ma alla natura stessa della specie umana.

Questo scenario ucronico, forse neanche troppo, è stato immaginato da Giuseppe di Clemente e Marco Capocasa, rispettivamente il primo un economista e il secondo un antropologo molecolare, ma entrambe con la passione per la fantascienza e l’astronomia.

In quest’intervista a quattro mani scopriamo di più sul libro e sugli autori.

Due universi così lontani, quali l’antropologia molecolare e l’economia, come hanno fatto a incontrarsi, e a dare alla luce un romanzo di fantascienza come Elbrus?

Un pianeta sovrappopolato e con scarse risorse disponibili è fin dai tempi di Thomas Malthus argomento di studi per le scienze economiche. Al tempo stesso, non è un mistero che Charles Darwin fu ispirato anche da queste riflessioni nel formulare la sua teoria dell’evoluzione per selezione naturale. Ecco quindi che l’economia e una disciplina evoluzionistica come l’antropologia molecolare condividono molto già a partire dai loro fondamenti. Ed è da questa base comune che abbiamo iniziato a ipotizzare un futuro non troppo remoto in cui l’umanità si troverà imprigionata tra l’inevitabilità dell’esodo da una Terra al collasso demografico e le sue difficoltà di adattamento alla vita su altri pianeti.

 

La storia prende piede in un futuro anno 2113. Dal vostro punto di vista, quali sono le possibilità che gli scenari descritti in Elbrus possano realizzarsi nel nostro mondo?

Quando abbiamo ideato il soggetto di Elbrus e i suoi scenari, per esempio quelli riguardanti il global warming, lo abbiamo fatto partendo da presupposti basati il più possibile su quanto riportato dalla letteratura scientifica internazionale più recente. Tuttavia, il nostro è un romanzo di fantascienza e chiaramente da queste basi abbiamo proseguito con la nostra fantasia, spingendo l’acceleratore e costruendo un contesto che vuole essere congeniale alle vicende narrate e che non ha alcuna pretesa di fornire uno sguardo al futuro in grado di raccontare cosa esso ci riserverà.

 

Nel libro si parla di molte problematiche riguardanti l’uomo del futuro, dicevamo poco fa della crisi energetica e della crisi migratoria. C’è qualche parallelismo con il nostro presente?

Raramente i romanzi, anche quelli di fantascienza, sono un prodotto di pura fantasia. È naturale che l’attualità possa influenzare l’atto di ideare e di scrivere una storia. Elbrus non fa eccezione. In esso, infatti, non abbiamo fatto altro che trasporre la realtà in cui siamo immersi per proiettarla nel futuro, ipotizzando un orizzonte tecnologico e scientifico ispirato alle attuali conoscenze e agli orientamenti preponderanti della comunità scientifica. E ponendo l’uomo di fronte a storici dilemmi di natura etica, spirituale e sentimentale. In Elbrus ogni scelta non è netta, giusto e sbagliato sbiadiscono in un’indefinita scala di grigi, e taluni sacrifici diventano accettabili sull’altare del progresso e della salvezza della nostra specie. Scoprirete come l’etica della ricerca scientifica sia uno dei nodi centrali di questo romanzo.

 

La manipolazione genetica è una delle chiavi del vostro romanzo. Credete sia realistico pensare a un futuro dove la scienza sarà in grado addirittura di “riscrivere” il genoma umano?

A volte la scienza riesce a compiere balzi in avanti così decisivi che il futuro sembra avvicinarsi talmente tanto da divenire presente. Per la manipolazione genetica possiamo dire che siamo quasi a questo punto. Proprio quest’anno Emmanuelle Charpentier e Jennifer Doudna hanno ricevuto il Premio Nobel per la Chimica per aver sviluppato un metodo rivoluzionario per l’editing genomico, il cosiddetto CRISPR/Cas9, il quale offre concrete speranze nella possibilità che presto si potranno “correggere” le sequenze nucleotidiche di geni difettosi per sostituirle con altre funzionanti. In fin dei conti sono proprio questi incredibili successi scientifici reali e attuali che hanno ispirato la nostra fantasia.

 

Se ipotizzassimo l’esistenza della macchina del tempo, quale potrebbe o dovrebbe essere il messaggio che l’uomo del futuro, come in Elbrus, dovrebbe consegnare all’uomo del passato, cioè a noi?

Rispondiamo a questa domanda con un micro racconto di fantascienza ironica, un escamotage per evitare lo scivolone finale: “Andrus sale a bordo della macchina del tempo, e torna indietro dal 2155, con la ferma intenzione di palesarsi ai presidenti delle grandi potenze mondiali per metterli in guardia sul futuro terribile che l’umanità si troverà a dover fronteggiare. Giunto nel 2020 trova un mondo in perfetto equilibrio demografico, dove la povertà è un lontano ricordo e dove l’inquinamento e i gas serra sono concetti sconosciuti. Si guarda intorno e non capisce. Risale a bordo della sua macchina del tempo, avvia una diagnostica rapida e si rende conto di avere sbagliato linea temporale. Altro universo, altra storia, altra umanità”.

 

Elbrus, romanzo fantascientifico