Armando Curcio Editore

Dizionario delle mafie: il libro a cura di Fabio Iadeluca presentato in Senato dal presidente Pietro Grasso

«Un lavoro che consente di mettere a fuoco la complessità del fenomeno criminoso»
Pietro Grasso, presidente del Senato

Oltre 20 anni di documentazione prodotta dalla Direzione Investigativa Antimafia, un’analisi approfondita del nuovo codice antimafia, un’indice analitico composto da 700 voci, 300.000 atti, oltre 100 grafici, 50 tabelle illustrative. Sono questi i numeri del nuovo «Dizionario delle mafie», volume a cura di Fabio Iadeluca edito da Armando Curcio Editore, presentato ieri nella prestigiosa cornice della sala Koch al Senato alla presenza del Presidente Pietro Grasso.

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Il libro, a cui hanno collaborato oltre 70 magistrati, ricostruisce tutte le strutture, le regole di iniziazione, i rapporti tra le varie organizzazioni sovranazionali, la struttura su base regionale, provinciale, addirittura comunale. L’elenco, impressionante, di tutte le vittime della mafia.
A fare gli onori di casa, il presidente del Senato Pietro Grasso (tra gli autori del libro) che ha ripercorso il significato storico e sociale che la parola ha assunto nel tempo.

«Ho iniziato a occuparmi di mafia nel 1983, e in questi trent’anni lo Stato ha fatto passi da gigante». A parlare è Franco Roberti, procuratore nazionale antimafia dall’estate del 2013, una delle figure di riferimento nella lotta a Cosa Nostra. Sul fenomeno, dice Roberti, questo libro riporta informazioni preziosissime, ad un doppio livello di lettura fornito dal volume e dai dati e i grafici raccolti nel cd.

Dai grafici presenti nel cd, ha sottolineato il giornalista Lirio Abbate, si evince la concentrazione massiva di organizzazioni mafiose in Italia. Il modello italiano ha “fatto scuola” e rimane tuttora, secondo i dati di uno studio di Europol, quello più pericoloso. Giovanni Falcone sosteneva che non si puó, o meglio non si deve, pretendere l’eroismo dai cittadini per combattere le mafie. Prendendo spunto dal suo insegnamento, bisogna che lo Stato si strutturi per lottare sistematicamente contro le grandi organizzazioni criminali.

Queste si alimentano di consenso sociale, ha sottolineato Roberti. Pensiamo a quanti disoccupati si sostentano grazie alla struttura mafiosa. Le mafie si infilano nelle diseguaglianze e le sfruttano per fomentare la lotta tra soggetti deboli. Un messaggio chiaro per contrastare, prima ancora che i nodi del potere mafioso, la forza del suo condizionamento culturale. Non a caso, la parola “crisi” viene dal greco krisis, scelta. Questo libro aiuta i giovani ad orientarsi nella propria consapevolezza del fenomeno, per essere pronti ad operare “scelte” che ne possano liberare il futuro, all’interno di una solida cultura della legalità.